Evgeny Anisimov ha vissuto uno dei momenti più felici della sua vita quando suo figlio è nato.
Ma poi, a sua sorpresa, il medico ha detto: “Mi preoccupa che il Suo bambino abbia la sindrome di Down”.
L’euforia si è trasformata in dubbio e ansia. Quando ha sentito queste parole, Eugenio è stato sopraffatto dall’emozione.
In un’intervista, il padre di 33 anni ricorda di essere uscito dall’ospedale e di aver pianto dopo che i medici gli avevano comunicato la notizia.
Ma le lacrime si sono fermate presto. In realtà, si è sentito imbarazzato per il suo commento iniziale.
“In fondo, nulla era davvero cambiato nella mia vita. Avevo ancora due braccia e due gambe, e le mie competenze professionali erano inefficaci”, ha commentato.
“Tutto ciò che avevo, inclusa la mia tenacia, attività, curiosità, ecc., era con me. Mio figlio era nato come previsto, tutto è andato secondo i piani”.
Eugenio ha capito di essere stato egoista e che, nonostante le difficoltà, avrebbe dovuto essere in grado di prendersi cura del bambino.
Quando è tornato a casa quella sera, ha acceso il computer e ha iniziato a cercare informazioni sulla sindrome di Down perché non sapeva quale fosse la condizione del figlio.
“Ho appreso che le persone con sindrome di Down possono vivere e lavorare autonomamentei n Europa
e sono integrate con successo nella società. La decisione che avevo già preso non è stata influenzata da questo”, ha detto.
Lasciare suo figlio alle spalle non le era mai passato per la mente, ma sembra che sua moglie avesse altri piani: intendeva mettere il loro figlio in affidamento.
Dopo aver appreso dei suoi progetti, Eugenio ha convinto sua moglie che avrebbero fatto fronte insieme alla situazione.
Purtroppo, non è stata convinta e la loro discussione ha portato alla rottura finale.
Ha dichiarato che era troppo tardi per uscire dalla situazione perché il Rubicone era già stato varcato.
Da allora, Eugenio ha cresciuto il bambino da solo. Lo bagna, gli prepara la cena e lo mette a letto ogni sera.
Anche se ogni compito è semplice, il padre single ammette che può essere difficile completarlo ogni giorno.
Ha la fortuna che sua madre lo aiuti così può passare del tempo da solo. Organizza anche una varietà di attività per il bene del bambino, sia per il suo sviluppo fisico che mentale.
Il bambino è iniziato al nuoto ogni settimana fin da quando aveva cinque mesi. Inoltre, ha iniziato la terapia del linguaggio.
Il padre è grato a molte persone che hanno contribuito a sostenere le costose attività.
L’obiettivo di Eugenio è diffondere conoscenza sulla sindrome di Down e aiutare le famiglie che affrontano le stesse difficoltà nell’allevare un bambino con bisogni speciali.
Che storia motivante! Eugenio è l’incarnazione di ciò che dovrebbe essere un padre meraviglioso.